LA LOGICA


la logica aristotelica studia le leggi del funzionamento del pensiero umano, i suoi elementi, la struttura del ragionamento e il suo valore di verità. Ha un ruolo trasversale rispetto alle scienze, perché sottopone a esame gli strumenti mentali che servono per affrontare qualsiasi tipo di indagine scientifica.

Il vocabolo “logica” non é di Aristotele, ma risale con ogni probabilità agli storici, Aristotele usa il termine analitica, che allude all’arte di scomporre il ragionamento nei suoi elementi costitutivi, per valutarne la ligittimitá e correttezza. La logica studia, le regole e i principi che rendono corretta l’”inferenza” ossia il passaggio, in un ragionamento, da premesse sconosciute e affidabili ad una conclusione nuova e valida. Poiché tutti noi aspiriamo a ragionare bene, la logica costituisce un capitolo fondamentale del nostro itinerario formativo.
Le opere logiche di Aristotele ci sono pervenute come una raccolta ordinati di trattati, riuniti in un corpus unitario nel I secolo a.C.. Il termine Organon, con cui dai disegna la raccolta e che significa “strumento”, sfuma adottato in un secondo tempo; esso rispecchia la concezione aristotelica della logica come materia preparatoria per lo studio.
Tale disciplina é lo strumento che regola l’arte del ragionare e costituisce la base su cui le scienze costruiscono i propri discorsi. Possiamo dire che la logica é lo studio della struttura del pensiero razionale, cioè l’analisi del pensiero visto come unico mezzo per raggiungere la verità.
La logica moderna tende a costruire modelli astratti indipendenti dalla realtà, quella aristotelica é lo strumento che si propone di cogliere la “verità” delle cose. 
Per un vero ragionamento, però, occorre che si connettano in modo opportuno due o più proposizioni in un discorso, arrivando a trarre delle conseguenze da determinate premesse.
I logici suddividono i ragionamenti in due tipologie:
  • ragionamenti deduttivi 
  • ragionamenti induttivi 
I ragionamenti deduttivi partono da premesse universali per giungere a conclusioni di carattere particolare. Ad esempio “Tutti gli uomini sono mortali” si conclude che anche io sono mortale. La conclusione sarà vera e il ragionamento valido. 
I ragionamenti induttivi partono invece da casi particolari per arrivare a conclusioni generali. Si tratta di una conclusione ben fondata, perché costruita su solidi indizi che la rendono molto probabile, ma nessuno ci può garantire dall’eccezione.
I ragionamenti deduttivi presentano inferenze conclusive e necessarie; quelli induttivi producono prove interessanti e probabili, ma non sono conclusivi né necessari.

Commenti

Post popolari in questo blog

ANASSIMANDRO

L'ARGOMENTO DEL TERZO UOMO

PARMENIDE