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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

IPPOCRATE

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La scuola di medicina più importante dell'antichità era quella di Ippocrate . L'importanza della scuola risiede nel metodo seguito per la cura delle medicine. Esso consiste nell'assumere come punto di partenza l'analisi empirica, in questo caso dei particolari sintomi manifestati dal paziente, per poi procedere, attraverso l'attenta interpretazione razionale dei risultati dell'osservazione, alla definizione della terapia adeguata. In questa procedura, dunque, risulta di grande importanza la fase del riconoscimento dei segni della malattia, che sono indizio della probabile presenza di una determinata patologia. Ogni malattia viene catalogata, pur nella consapevolezza che non è possibile evitare un margine di incertezza e che pertanto l'approccio alla terapia è sempre di tipo probabilistico. Il merito principale della scuola ippocratica era quello di non perdere mai di vista la totalità del fenomeno della malattia o della salute. Sia nella fase di interpreta

DEMOCRITO

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Anche Democrito di Andrea elabora un sistema concettuale che, rifiutando il ricorso al mito, possiamo definire scientifico. Il problema da cui Democrito parte è lo stesso di Empedocle e Anassagora : risolve il conflitto tra le dottrine del mutamento e quelle della permanenza. Egli lo affronta elaborando una visione materialistica dell'universo, in cui mutamento e permanenza sono tenuti insieme e conciliati. Per Democrito gli elementi originari e fondamentali dell'universo sono gli atomi, particelle minime e indivisibili di materia di cui tutte le cose sono costituite. Gli atomi sono infiniti e identici tra loro dal punto di vista qualitativo, ma differiscono per quanto riguarda gli aspetti quantitativi. Essi determinano la nascita e la morta di tutte le cose e dalla posizione e dall'ordine che assumono nell'aggregato dipendono la mutevolezza e la diversità dei fenomeni osservabili.

ANASSAGORA

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Anassagora di Clazomene, che può essere considerato il primo vero "scienziato", visse e operò ad Atene, dove ebbe anche il meritori portare e diffondere per la prima volta la riflessione filosofica. Fu accusato di empietà, perché riteneva che il sole non fosse una divinità ma una semplice massa infuocata. Fu cacciato dalla città e morì in esilio. Ciò che colpisce ancora oggi è il fatto che lui non vedeva le cose come divinità, ma come effetti di cause naturali. Anassagora dimostra di avere una percezione delle dimensioni e della configurazione dell'universo migliore di quella dei suoi predecessori. Egli, infatti, diceva che il sole ci appare piccolo perché dista molto da noi, ma in realtà è più grande del Peloponneso. Inoltre, riteneva che esso non fosse un elemento del nostro paesaggio e che non tramontasse dietro le montagne, ma che ruotasse intorno alla Terra. Sosteneva anche che la luna, pure essendo più piccola del sole, ci appare più grande perché è più vicina al

EMPEDOCLE

Empedocle di Agrigento viene presentato dalla tradizione come poeta, medico, taumaturgo (cioè capace di compere prodigi e miracoli) e mago. Nel poema "Sulla Natura" Empedocle descrive la nascita dell'universo a partire dalla situazione originaria di una totalità indifferenziata, lo sfero, in cui si mescolano e confondono il fuoco, l'acqua, la terra e l'aria, che rappresentano le "quattro radici", cioè i quattro elementi primordiali. Tali principi sono eterni, immutabili e identici a se stessi, come l'essere di Parmenide. Ciascuno di essi può essere suddiviso in parti più piccole, ma ogni particella così ottenuta conserverà sempre necessariamente la medesima qualità che aveva all'interno. Egli ipotizza che vi siano due forze cosmiche, l'amore e l'odio, le quali presiedono rispettivamente all'unione e alla separazione dei principi originari. Tali forze determinano la generazione e la dissoluzione di tutte le cose. Le differenze che si

ACHILLE E LA TARTARUGA

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Uno dei celebri argomenti zenoniani, chiamati anche paradossi, è quello di " Achille dal piede veloce ", adoperato da Zenone per confutare le tesi a favore del movimento. L'argomento sostiene che il velocissimo Achille, impegnato in una competizione con una tartaruga, non sarà mai in grado di raggiungere il lento animale, qualora questo abbia un sia pur minimo vantaggio su di lui. Infatti, mentre Achille avrà raggiunto il punto di partenza della tartaruga, questa avrà compiuto un altro breve tratto. Achille dovrà raggiungere il nuovo punto in cui si trova la tartaruga, ma nel frattempo la tartaruga si sarà spostata e avrà compiuto un nuovo tratto di cammino; e così via fino all'infinito, senza alcuna possibilità che Achille possa raggiungere l'avversaria. Tale argomentazione è stata presa in esame dai logici e dai matematici di ogni tempo. Essa si basa sul presupposto dell'infinita divisibilità dello spazio, cioè assume l'ipotesi che lo spazio sia realm

ZENONE

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I filosofi che hanno voluto affermare l'esistenza di una realtà assoluta, identificandola a volte la Natura, a volte con Dio o con lo Spirito e la Ragione, non hanno mancato di fare riferimento, in positivo o i negativo, alle caratteristiche dell'essere ingenerato, imperituro, eterno, immutabile, unico e neccessario teorizzato da Parmenide . Zenone di Enea , fedele discepolo di Parmenide , cercò di dimostrare con sottili argomenti logici che chiunque si fosse discostato dall'insegnamento del maestro sarebbe caduto in una serie di insanabili contraddizioni logiche. Parmenide sosteneva essenzialmente due tesi: - l'essere è uno - l'essere è immutabile Zenone confutava coloro che affermavano: - la pluralità dell'essere e delle cose ( i pitagorici ) - il movimento ( Eraclito e gli eraclitei) Tutti i suoi argomenti si possono ricondurre all' affermazione: se si ammette che la realtà è mutevole e molteplice, si cade nell'assurdo. Il metodo di cu

PARMENIDE

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Diversa, se non addirittura opposta rispetto a quella di Eraclito , è la visione del mondo di Parmenide , il filosofo dell'unità e della stabilità. Vissuto a Elea, un'antica colonia greca, Parmenide crebbe in un ambiente culturale e intellettuale aristocratico, del tutto diverso da quello aperto e fertile di ricerche naturalistiche della Ionia. Scrisse un poema in versi intitolato "Sulla natura", di cui restano il proemio e vari frammenti delle altre due parti rispettivamente dedicate alle verità e all'opinione. Sebbene la cornice sia di carattere religioso, la materia del messaggio parmenideo e le movenze argomentativi del suo discorso sono decisamente filosofiche e razionali. Il messaggio di Parmenide si riassume nella seguente affermazione: l'essere è, e non può non essere, mentre il non essere non è, e non può essere: il che significa che soltanto l'essere esiste e che il non essere, viceversa, non esiste e non può neanche essere pensato. Per Pa