ARISTOTELE
Aristotele è stato un filosofo, scienziato e logico greco antico. Con Platone, suo maestro, e Socrate è considerato uno dei padri del pensiero filosofico occidentale. È ritenuto una delle menti filosofiche più innovative, prolifiche e influenti del mondo antico, sia per la vastità che per la profondità dei suoi campi di conoscenza, compresa quella scientifica.
Secondo gli studiosi la biografia di Aristotele può essere suddivisa in tre periodi.[11] Il primo periodo ebbe inizio quando, rimasto orfano in tenera età, dovette trasferirsi dal tutore Prosseno ad Atarneo, cittadina dell'Asia Minore nella regione della Misia situata nel nord-ovest dell'attuale Turchia, di fronte all'isola di Lesbo. Prosseno, verso il 367 a.C., lo mandò ad Atene per studiare nell'Accademia fondata da Platone circa vent'anni prima, dove rimarrà fino alla morte del suo maestro. Aristotele non fu dunque mai un cittadino di Atene, ma un meteco.
Quando il diciassettenne Aristotele entra nell'Accademia, Platone è a Siracusa da un anno, su invito di Dione e tornerà ad Atene solo nel 364 a.C.; in questi anni, secondo l'impostazione didattica dell'Accademia, Aristotele dovette iniziare con lo studio della matematica, per passare tre anni dopo alla dialettica.
Il secondo periodo muore Platone e alla direzione dell'Accademia, più per motivi economici che per meriti riconosciuti, viene chiamato Speusippo, nipote del grande filosofo ateniese. Aristotele, che evidentemente doveva ritenersi più degno di costui, lascia la scuola insieme con Senocrate, altro pretendente alla guida dell'Accademia, per ritornare ad Atarneo, dove aveva trascorso l'adolescenza, invitato da Ermia. Nella corte di Ermia Aristotele ritrova altri due ex allievi di Platone, Erasto e Corisco. Nello stesso anno tutti e quattro si trasferiscono ad Asso, divenuta intanto la nuova sede della corte, dove fondano una scuola che Aristotele battezza come unica vera scuola platonica. Ad essa aderiscono anche il figlio di Coristo, Neleo, e il futuro successore di Aristotele nella scuola di Atene, Teofrasto, suo brillante allievo.
Nel 344 a.C.., su invito dello stesso Teofrasto, Aristotele va a Mitilene, sull'isola di Lesbo, dove fonda un'altra scuola, anch'essa battezzata come la sola aderente ai canoni platonici.
Sulle opere di Aristotele gli storici della filosofia hanno dibattuto sul rapporto dello Stagirita con il suo maestro Platone di difficile definizione per i dubbi di autenticità dei suoi scritti:
Nella prima fase della sua ricerca Aristotele redasse per un pubblico di lettori non specialistico alcuni testi, scritti in forma dialogica che vengono definiti "essoterici" (visibile a tutti) perchè destinati al pubblico. Essi sono andati perduti, tranne qualche frammento. Ricordiamo alcuni titoli più significativi, di cui possiamo ricostruire i contenuti sulla base delle testimonianze in nostro possesso:
Secondo gli studiosi la biografia di Aristotele può essere suddivisa in tre periodi.[11] Il primo periodo ebbe inizio quando, rimasto orfano in tenera età, dovette trasferirsi dal tutore Prosseno ad Atarneo, cittadina dell'Asia Minore nella regione della Misia situata nel nord-ovest dell'attuale Turchia, di fronte all'isola di Lesbo. Prosseno, verso il 367 a.C., lo mandò ad Atene per studiare nell'Accademia fondata da Platone circa vent'anni prima, dove rimarrà fino alla morte del suo maestro. Aristotele non fu dunque mai un cittadino di Atene, ma un meteco.
Quando il diciassettenne Aristotele entra nell'Accademia, Platone è a Siracusa da un anno, su invito di Dione e tornerà ad Atene solo nel 364 a.C.; in questi anni, secondo l'impostazione didattica dell'Accademia, Aristotele dovette iniziare con lo studio della matematica, per passare tre anni dopo alla dialettica.
Il secondo periodo muore Platone e alla direzione dell'Accademia, più per motivi economici che per meriti riconosciuti, viene chiamato Speusippo, nipote del grande filosofo ateniese. Aristotele, che evidentemente doveva ritenersi più degno di costui, lascia la scuola insieme con Senocrate, altro pretendente alla guida dell'Accademia, per ritornare ad Atarneo, dove aveva trascorso l'adolescenza, invitato da Ermia. Nella corte di Ermia Aristotele ritrova altri due ex allievi di Platone, Erasto e Corisco. Nello stesso anno tutti e quattro si trasferiscono ad Asso, divenuta intanto la nuova sede della corte, dove fondano una scuola che Aristotele battezza come unica vera scuola platonica. Ad essa aderiscono anche il figlio di Coristo, Neleo, e il futuro successore di Aristotele nella scuola di Atene, Teofrasto, suo brillante allievo.
Nel 344 a.C.., su invito dello stesso Teofrasto, Aristotele va a Mitilene, sull'isola di Lesbo, dove fonda un'altra scuola, anch'essa battezzata come la sola aderente ai canoni platonici.
Sulle opere di Aristotele gli storici della filosofia hanno dibattuto sul rapporto dello Stagirita con il suo maestro Platone di difficile definizione per i dubbi di autenticità dei suoi scritti:
- Nel 1923 Werner Jaeger pubblica, a Berlino per la Weidmannsche Bichhandlung, il classico Aristoteles. Grundlegung einer Geschichte seiner Entwicklung dove veniva presentata per la prima volta, in modo radicale, la teoria genetica dell'opera aristotelica. Tale teoria sostiene che in un primo momento Aristotele abbia aderito alle tesi platoniche per liberarsene successivamente. Questo spiegherebbe come in qualche testo, alcune dottrine platoniche, come la tripartizione dell'anima riportata nei Topoi sia data per ovvia quando in altre opere Aristotele la disconosce.
- Nel 1966, Ingemar Düring pubblica, a Heidelberg per la C. Winter Universitätsverlag, il testo Aristoteles. Darstellung und Interpretation seines Denkens dove procede per una interpretazione del tutto opposta: inizialmente
Aristotele avrebbe rigettato l'opera di Platone per poi, invece,
avvicinarvisi di più in vecchiaia.
Alla morte di Aristotele, Teofrasto, suo discepolo, diviene scolarca del Liceo ereditandone la biblioteca e nel suo testamento lascia a un gruppo di allievi.
Nella prima fase della sua ricerca Aristotele redasse per un pubblico di lettori non specialistico alcuni testi, scritti in forma dialogica che vengono definiti "essoterici" (visibile a tutti) perchè destinati al pubblico. Essi sono andati perduti, tranne qualche frammento. Ricordiamo alcuni titoli più significativi, di cui possiamo ricostruire i contenuti sulla base delle testimonianze in nostro possesso:
- Sulla filosofia: dedicava l'intera prima sezione a dimostrare che, fin dai tempi più antichi, l'obiettivo della filosofia era stato quello di interrogarsi sul perchè del mondo e dell'esistenza delle cose
- Protrettico: conteneva un invito a dedicarsi alla filosofia, cioè alla vita contemplativa, considerata il fine supremo dell'uomo e il fondamentodella vita pratica.
- Eudemo: dedicato a Eudemo di Cipro, amico di Aritotele, questo dialogo voleva dimostrare, alla maniera di Platone, che la vera "patria" dell'uomo non è in questo mondo, reso impuro dal divenire e dai sensi, ma dell'altro, dove si può contemplare l'essere nella sua pienezza e purezza.
Commenti
Posta un commento