IL DIALOGO

Per dare corpo a questo progetto di rigenerazione spirituale dell'uomo, basato sul sapere filosofico, Platone istituì l'Accademia. Il nome "Accademia" deriva dal luogo in cui è stata fondata nel 387 a.C. ossia il parco dedicato all'eroe greco Accademo. A partire dal 387 tutta l'attività intellettuale e umana di Platone si concentrò all'interno della sua scuola, la quale costituiva un centro di ricerca scientifica che non trova analogie in nessuna delle nostre istituzioni universali o liceali. L'Accademia era, infatti,  un'associazione religiosa, ma soprattutto un importante luogo di studi, dotato di una biblioteca e di materiale didattico e scientifico, in cui si dedicavano alla ricerca tanti giovani aristocratici di Atene e dell'intero mondo greco (tra i quali Aristotele), oltre che insigni filosofi, matematici, astronomi, scienziati. Si trattava, insomma, di un grande istituto di educazione superiore, in cui Platoneteneva le sue lezioni , sviluppando un dibattito interno molto ampio approfondito. Tra gli obiettivi dell'Accademia c'era quello di istruire uomini capaci di orientare le scelte politiche.
Per Platone l'essenza della filosofia è rappresentata dal modello socratico, che si basava sull'indagine condivisa, e non a caso la maggioranza delle sue opere ha forma dialogica. Si tratta infatti della forma letteraria che meglio si presta a esprimere l'idea della verità come ricerca continua e interpersonale, che non può essere confinata in un sistema chiuso e definito. Come già per Socrate anche per Platone l'indagine filosofica progredisce grazie agli sforzi solidali di tutti coloro che coltivavano la filosofia, ma non giunge mai al possesso totale e definitivo della verità, quindi non esime gli uomini dal compito di interrogarsi incessamente.
I dialoghi platonici sono popolati di personaggi che esprimono ognuno una propria opinione: conversano tra loro, fanno domande e danno risposte, manifestano, insomma, un differente punto fi vistasi un tema comune. Le varie prospettive sono quindi esaminate ala luce della ragione filosofica, in modo tale da pervenire a una definizione su cui tutti possano concordare.
A differenza dei lunghi discorsi dei sofisti i dialoghi platonici si propongono di raggiungere una conoscenza autentica e sono sorretti da una struttura logica rigorosa. In tale prospettiva i personaggi sono invitati costantemente da Socrate a non esprimere idee generiche, ma a definire con attenzione i propri concetti, chiarire il proprio linguaggio, argomentare il proprio punto di vista, far discendere correttamente una conclusione dalle premesse.
Le caratteristiche essenziali del loro scambio verbale sono:
-  Gli interlocutori: dei dialoghi sono, in generale, persone ben definite, in numero definito e limitato che si rivolgevano a un uditorio vasto a differenza dei sofisti.
- La finalità: dei dialoghi è la ricerca della verità perseguita con metodo e rigore razionale
- Procedura espositiva: i dialoghi privilegiano i discorsi brevi, con domande e risposte rapide e stringenti.


Commenti

Post popolari in questo blog

ANASSIMANDRO

L'ARGOMENTO DEL TERZO UOMO

PARMENIDE