SOCRATE
Socrate è stato un filosofo greco antico, uno dei più importanti esponenti della tradizionale filosofica occidentale.
Suo padre era uno scultore e sua madre era una levatrice. Socrate paragonava il suo lavoro a quello della madre, in quanto lui faceva partorire le menti come la madre faceva partorire le donne.
Socrate non scrisse nulla e, dunque, non lasciò testimonianza diretta di sé. Sulla sua figura e sul suo pensiero, però, abbiamo molte testimonianze indirette, tra cui spicca quella di Platone, che fu suo discepolo e può considerarsi il più attendibile interprete del pensiero del maestro.
Finito il governo di Pericle, Atene fu governata da 30 tiranni, e una volta caduti anche questi si restaurò la democrazia. Socrate operò proprio nel periodo di restauro della democrazia. Essi venne condannato a morte con la duplice accusa di non onorare gli dei tradizionali della propria città, introducendo divinità nuove, e di corrompere i giovani.
Socrate era ritenuto il più saggio tra i filosofi, perché sapeva di non sapere mentre gli altri mancavano di tale consapevolezza e anzi spesso si vantano di sapere ogni cosa.
Ai suoi interlocutori rivolgeva una domanda molto semplice, del tipo:"Tu parli del bene della città, del rispetto dei genitori, della sanità, della religione, della virtù, del coraggio ecc...?".
Socrate non arrivò a formulare concetti universali, né fu in grado di fornire la definizione di bene o di virtù. Il suo intento fu da un lato quello di dimostrare che coloro che si reputavano sapienti non lo erano affatto, in quanto non conoscevano in profondità quello di cui parlavano, dall'altra quello di pervenire a una definizione soddisfacente dell'argomento trattato, che consentisse un accordo linguistico e concettuale tra gli interlocutori.
Il metodo adottato da Socrate si componeva di due momenti fondamentali: uno critico e "negativo", l'ironia; l'altro costruttivo e "positivo", la maieutica.
Suo padre era uno scultore e sua madre era una levatrice. Socrate paragonava il suo lavoro a quello della madre, in quanto lui faceva partorire le menti come la madre faceva partorire le donne.
Socrate non scrisse nulla e, dunque, non lasciò testimonianza diretta di sé. Sulla sua figura e sul suo pensiero, però, abbiamo molte testimonianze indirette, tra cui spicca quella di Platone, che fu suo discepolo e può considerarsi il più attendibile interprete del pensiero del maestro.
Finito il governo di Pericle, Atene fu governata da 30 tiranni, e una volta caduti anche questi si restaurò la democrazia. Socrate operò proprio nel periodo di restauro della democrazia. Essi venne condannato a morte con la duplice accusa di non onorare gli dei tradizionali della propria città, introducendo divinità nuove, e di corrompere i giovani.
Socrate era ritenuto il più saggio tra i filosofi, perché sapeva di non sapere mentre gli altri mancavano di tale consapevolezza e anzi spesso si vantano di sapere ogni cosa.
Ai suoi interlocutori rivolgeva una domanda molto semplice, del tipo:"Tu parli del bene della città, del rispetto dei genitori, della sanità, della religione, della virtù, del coraggio ecc...?".
Socrate non arrivò a formulare concetti universali, né fu in grado di fornire la definizione di bene o di virtù. Il suo intento fu da un lato quello di dimostrare che coloro che si reputavano sapienti non lo erano affatto, in quanto non conoscevano in profondità quello di cui parlavano, dall'altra quello di pervenire a una definizione soddisfacente dell'argomento trattato, che consentisse un accordo linguistico e concettuale tra gli interlocutori.
Il metodo adottato da Socrate si componeva di due momenti fondamentali: uno critico e "negativo", l'ironia; l'altro costruttivo e "positivo", la maieutica.
- Ironia: consisteva nel demolire le tesi avversarie basandosi sulla “finzione”. Metteva in ridicolo le posizioni contrarie dopo aver finto di accettarle come giuste. Conversando con un interlocutore poneva delle domande incalzanti che alla fine provocavano risposte contraddittorie tra loro, fino a che l’interlocutore ammetteva di non sapere nulla a riguardo.
- Maieutica: consisteva nel far risvegliare nell’interlocutore il gusto della verità, che a suo avviso si trovava nell’anima delle persone; è dunque quell’arte che attraverso il dialogo fatto di domande e risposte, doveva aiutare le persone a trovare e far emergere le idee giuste di cui la sua anima è gravida.
Socrate afferma che chi conosce il bene non può commettere il male, ritenendo che la virtù morale derivi dalla retta conoscenza del bene. Riteneva che chi si rendeva conto razionalmente del male, non poteva seguirlo, e chi compie un’azione ingiusta lo fa perché non ha realmente compreso cosa sta facendo.
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